# etmooc – La lingua batte e sei gradi di separazione (1)

Pago volentieri il canone TV anche solo per radio3rai con  i suoi fantastici programmi; in più occasioni ho espresso apprezzamenti per le proposte, sempre di qualità, che la rete offre agli utenti e che in più occasioni mi hanno sollecitato all’azione, proprio come è accaduto qualche giorno fa con la realizzazione di una storia, utilizzando Storify, sulla nuova iniziativa Le librerie di qualità di Fahrenheit.

Ha preso il via  sabato 13 gennaio 2013 alle 14 La lingua batte un nuovo programma che apprezzo molto; nel sito di radio3 rai si legge [La lingua batte  è]

Un osservatorio sullo stato e sull’evoluzione della lingua italiana nei suoi vari aspetti […] gli ascoltatori  potranno segnalare clamorosi errori linguistici,  sottoporre i loro dubbi… o indicare quella che secondo loro è La parola della settimana.

Il programma si articola in diverse rubriche:

  1. LE PAROLE SONO IMPORTANTI
  2. DICE IL SAGGIO
  3. SCUOLAPOP
  4. INSEGNARE L’ITALIANO – [Asinitas]
  5. ACCADEMIA D’ARTE GRAMMATICA
  6. CANZONE DI REPERTORIO DIALETTALE
  7. IL MUSEO DEGLI ERRORI
  8. LA PAROLA DELLA SETTIMANA

Il programma, che mi ricorda una trasmissione educativa degli anni Sessanta che ha insegnato a molti italiani a leggere e a scrivere: Non è mai troppo tardi,  ha un gruppo molto attivo su Facebook LA LINGUA BATTE – Radio3 che  al momento attuale ha 2.119 membri.

È possibile ascoltare le puntate anche in maniera asincrona essendo disponibili i podcast di ciascuna puntata; il collegamento alla podoteca è questo.

L’ultima puntata, quella del 9 febbraio 2013, intitolata Morbus anglicus?, mi è piaciuta in modo particolare per il tema su cui mi sono attardata  in altre occasioni, per esempio qui e qui.

A mo’ di promemoria annoto qui l’elenco di alcuni podcast relativi a tre rubriche della puntata su cui desidero parlare:

  • Scarica) LA LINGUA BATTE del 09/02/2013 – PAROLA DELLA SETTIMANA==> Computer
  • (Scarica) LA LINGUA BATTE del 09/02/2013 – LE PAROLE SONO IMPORTANTI
  • Scarica LA LINGUA BATTE del 09/02/2013 – IMPARARE L’ITALIANO

Mi piace richiamare alla memoria alcuni elementi evidenziati dal conduttore Giuseppe Antonelli nel raccontare la parola  «Computer»

  • in principio il C. era una persona
  • la derivazione: calcolatore umano/ calcolare
  • l’origine latina: cum putare
  • i passaggi ulteriori
    • 1987 proposta di introdurre la parola computiere
    • 1966 uso documentato della parola
    • fino alla metà degli anni ’80 Computer è considerato neologismo
    • […]

Nell’ascoltare le informazioni sul primo elemento ho provato un’ intima soddisfazione perché in un articolo,  Itineario nell’automazione ,fra le altre cose ho riferito degli esiti del lavoro di Grier, David autore del libro When Computers Were Human, in cui, tracciando una storia della storia della scienza e della tecnologia, c’informa del fatto che i primi computer erano umani, sia uomini che donne.

Sono stata poi particolarmente colpita dalla rubrica Imparare l’italiano dove una classe  di studenti stranieri dei corsi d’italiano dell’Associazione Asinitas è alle prese col vocabolario domestico; grazie agli stimoli mi è stato possibile stabilire associazioni, operare collegamenti particolarmente interessanti, che mi hanno permesso di risolvere un problema che aveva incominciato ad assillarmi.

L’ intervista a Riccardo Gualdo, Professore di Linguistica italiana all’Università della Tuscia e autore con Claudio Giovanardi di Inglese-italiano 1 a 1. Tradurre o non tradurre le parole inglesi?, (Manni, 2008) mi ha dato l’opportunità di riflettere sul ruolo svolto dalla nuove tecnologie che, attraverso Internet e la Rete, hanno accelerato il processo di anglicizzazione dell’italiano. Il professore si è detto completamente in disaccordo con la decisione adottata dai Politecnici di Milano e Torino a erogare corsi in lingua inglese, mettendo in luce le conseguenze negative che l’adozione dell’inglese potrebbe nascondere.

Concludendo esprimo di essere in sintonia con il pensiero del professor Gualdo del quale quanto prima leggerò il libro e, al contempo, mi dichiaro la mia curiosità di conoscere gli anglicismi entrati nell’uso negli ultimi anni e le corrispondenti parole italiane.

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